In relazione all’art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo – come interpretato dalla Corte EDU, e dunque quale norma interposta di rango costituzionale ex art. 117 della Carta fondamentale – l’inflizione della pena detentiva in ipotesi di condanna per…
Mese: settembre 2015
Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza 24 settembre 2015, n. 18860. I danni da vendita di un prodotto assicurativo fantasma sono risarciti in solido dall’agente e, per responsabilità oggettiva, dalla compagnia.
Nel giudizio introdotto dal risparmiatore per fare accertare la sussistenza della responsabilità oggettiva, ex art. 2049 c.c., della compagnia di assicurazioni per il fatto illecito del suo agente che abbia venduto al cliente un prodotto assicurativo “fantasma” impossessandosi del denaro…
Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza 15 settembre 2015, n. 37097. Il rumore e il disturbo possono essere accertati dal Giudice penale con mezzi di prova dichiarativa.
Il superamento dei limiti differenziali del rumore (schiamazzi o rumori, provenienti dal rumore dei compressori di aria condizionata, nonché dal volume della musica assordante), quando ne derivi la concreta idoneità a disturbare un numero indeterminato di persone, rende l’attività che li…
Corte di Giustizia EU, sentenza 10.9.2015, causa C‑473/14. La modifica o l’adozione di un nuovo di un piano urbanistico generale richiede la valutazione di impatto ambientale.
Gli articoli 2, lettera a), e 3, paragrafo 2, lettera a), della direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, devono essere interpretati nel senso…
Corte di Cassazione, sez. I Civile., sentenza 10 settembre 2015, n. 17910. L’esatto contenuto della decisione si ricava dall’integrazione del dispositivo con la motivazione. In Cassazione non è denunciabile il vizio di insufficiente motivazione.
Nell’ordinario giudizio di cognizione, l’esatto contenuto della pronuncia va individuato non alla stregua del solo dispositivo, bensì integrando questo con la motivazione nella parte in cui la medesima rivela l’effettiva volontà del giudice. Ne consegue che è da ritenere prevalente…
Corte di Cassazione, sez. I Civile, sentenza 8 settembre 2015, n. 17791. Dalla commercializzazione illecita di un prodotto protetto da privativa, il danno non è in re ipsa, ma deve essere provato.
In tema di brevetto, il danno cagionato dalla commercializzazione di un prodotto o di un modello in violazione di privativa – nella fattispecie, una qualità particolare di piante del tipo gerbera – non è “in re ipsa“, ma, essendo conseguenza…